Principi di etica dell’IA: il bene, il male e i pregiudizi
Essere sospettosi nei confronti dell’intelligenza artificiale è comprensibile, ma cerchiamo di mettere le cose in prospettiva.
Negli ultimi mesi l’IA è stata al centro del dibattito sociale e politico ed è inevitabilmente diventata una parte importante della nostra vita. Come tutte le nuove tecnologie, dai nuovi software alle auto a guida autonoma, l’IA ha il potenziale per portare un’enorme quantità di benefici alla società. In questo articolo vorrei offrire un’analisi del “good, the bad and the biased” dell’intelligenza artificiale, oltre a offrire una prospettiva storica sull’avanzamento tecnologico e la censura.
La diffidenza nei confronti delle nuove tecnologie e invenzioni non è una novità, il cambiamento è difficile da accettare e c’è sempre stato un certo livello di ostilità nei confronti delle nuove “tendenze”.
Agli albori della stampa, i governanti e gli ecclesiastici europei temevano che la facile diffusione di informazioni e “idee rivoluzionarie” avrebbe portato all’erosione dei tradizionali valori cristiani ortodossi e diffuso idee pericolose in tutto il continente.
Nell’Impero Ottomano, la stampa appena inventata subì un destino simile a quello dell’Europa: i funzionari e i leader religiosi (vedete una linea di continuità?) temevano che le nuove idee avrebbero sconvolto le norme sociali e spinto le persone a sfidare l’autorità locale. Questo timore portò, nel 1727, il sultano ottomano Ahmed III a emanare un decreto che vietava l’uso della stampa in tutto l’impero.
In che modo questa paura della tecnologia ostacolò, ad esempio, il già citato Impero Ottomano? Il divieto impediva la circolazione di libri e materiali stampati, rendendo difficile per gli studiosi tenersi al passo con il resto del mondo. La diffusione delle informazioni e la comunicazione divennero più difficili, anche per il governo stesso, poiché le informazioni dovevano essere trasmesse oralmente o attraverso documenti scritti a mano. In breve, un incubo. Infine, il divieto di stampare frenava anche la crescita economica, poiché la stampa era un’industria in rapida espansione in Europa e altrove, e l’Impero Ottomano si trovava nell’impossibilità di partecipare a questo nuovo e redditizio settore. Una delle ragioni a sostegno del divieto di stampa era l’argomentazione che avrebbe lasciato senza lavoro gli scribi, responsabili della scrittura a mano di libri e documenti. (Ancora una volta, suona familiare?)
Il divieto fu poi gradualmente allentato, portando a una fioritura della letteratura ottomana. Ok, perchè il papiro su questo tema? Il mio obiettivo era quello di evidenziare come la storia si sia ripetuta ciclicamente per centinaia di anni. La stampa, il telefono, il frigorifero, internet, gli aerei… la lista continua. E ancora una volta, la storia continua a dimostrare che molti di questi concetti si rivelarono spesso infondati e che le nuove tecnologie, se usate nel modo giusto, possono apportare cambiamenti e benefici significativi a una società.
Il bene
Uno dei molti vantaggi dei sistemi di intelligenza artificiale è la capacità di eseguire automaticamente compiti ripetitivi e banali. Dalle centrali elettriche industriali alla finanza, fino alla sanità, i robot dotati di intelligenza artificiale possono essere utilizzati per assemblare e far funzionare quasi ogni tipo di macchinario o computer. In questo modo, gli esseri umani possono concentrarsi su compiti più complessi e creativi, anziché perdere tempo a tirare una leva per 8 ore al giorno. L’uso dei chatbot e delle IA che generano testi può essere utile quando si ha a che fare con i clienti e con una facile comunicazione “da macchina a uomo”, facendo risparmiare tempo e denaro a imprese e negozi.
Le macchine possono anche essere istruite a prendere decisioni, o almeno utilizzate per perfezionare le decisioni “umane” che potrebbero essere migliorate. In finanza, gli algoritmi di IA possono essere utilizzati per analizzare grandi quantità di dati e identificare modelli che una persona potrebbe non notare.
Il male
Una delle principali preoccupazioni legate all’IA è il potenziale di automatizzazione dei posti di lavoro e di sostituzione dei lavoratori umani, come abbiamo visto nell’Impero Ottomano – l’automazione ha sostituito i posti di lavoro per secoli – ma l’IA ha il potenziale di automatizzare una gamma molto più ampia di compiti rispetto alle tecnologie precedenti. Se a Costantinopoli solo gli scribi hanno dovuto fare domanda di disoccupazione, al ritmo a cui stiamo andando, l’effetto dell’intelligenza artificiale su settori come la scrittura, il design grafico, il coding e il copywriting potrebbe finire per sostituire migliaia di lavoratori qualificati.
I software di intelligenza artificiale possono essere utilizzati anche per scopi dolosi, come i cyberattacchi, le campagne di propaganda e la diffusione di disinformazione e fake news. L’immagine del Papa con una giacca attillata di Balenciaga, generata dall’IA, ci ha ingannato tutti la scorsa settimana… se non riusciamo a distinguere queste immagini “non problematiche”, chissà cosa ci ingannerà la prossima volta. I malintenzionati che possono sfoggiare un volto e una voce generati dall’intelligenza artificiale saranno presto in grado di creare video, registrazioni audio e contenuti falsi che potrebbero diventare quasi impossibili da distinguere dalla realtà.
I pregiudizi
Ripeto, i software basati sull’intelligenza artificiale non sono intrinsecamente buoni o cattivi, parziali o imparziali. Sono semplicemente il riflesso delle persone che hanno scritto il loro codice, che li hanno progettati e addestrati. Se si considera che chi ha scritto il codice e le aziende che ne traggono profitto sono probabilmente aziende dell’Europa occidentale e del Nord America, è facile prevedere che alcuni pregiudizi sfuggiranno dai controlli.
Ridurre i pregiudizi dell’intelligenza artificiale significa filtrarne i contenuti dannosi e garantire che i dati utilizzati per addestrarla provengano da fonti diverse e più rappresentative. Gli sviluppatori devono essere trasparenti nei confronti del pubblico su come le loro macchine lavorano e apprendono e devono essere chiamati a rispondere di pratiche discriminatorie e dannose.
Responsabilità, trasparenza e pratiche corrette dovrebbero essere al centro del dibattito sull’IA. Siamo tutti preoccupati per il futuro del nostro lavoro nella nuova “era dell’intelligenza artificiale”, ma forse, invece di puntare il dito contro una macchina, dovremmo concentrare la nostra attenzione sul sistema che sembra non essere in grado di offrire un’alternativa al lavoro pesante, ripetitivo e poco creativo.