L’essenza della felicità: Saggezza dalle filosofie orientali, africane e dei nativi americani
Uno sguardo completo sul significato di felicità nei diversi paesi del mondo.
La felicità è uno dei momenti più ricercati. Un gioiello inafferrabile che da sempre ha attirato le attenzioni delle persone e che per secoli ha alimentato la ricerca di un’esistenza lunga, felice e appagante. Il termine stesso viene spesso utilizzato nella nostra vita quotidiana, nelle conversazioni, sulle copertine dei libri di auto-aiuto o attraverso i media e il cinema. Ma che cos’è esattamente? Abbiamo trasformato la felicità in un “oggetto” economico e alla moda da comprare o vendere? E’ una fugace esplosione di gioia o uno stato generale di soddisfazione? Risiede nei risultati, nelle relazioni o forse nel semplice atto di fare una passeggiata con un amico?
In questo articolo voglio esplorare diversi approcci al concetto di felicità e portarvi con me in questo viaggio. Ci orienteremo tra le varie fonti di informazione e sapienza in ambito filosofico, psicologico e culturale.
Taoismo
Per i taoisti, la felicità affonda le sue radici nel concetto di We Wei, l'”azione senza sforzo“. I maestri taoisti affermano che la vera e propria felicità non deriva dalla ricerca attiva e vigorosa della stessa, ma dal quieto e passivo allineamento di se stessi con il flusso naturale dell’esistenza. Il mare che si infrange sulla spiaggia, un fiume che scorre nella foresta, questi fenomeni naturali incontrano ostacoli ma si adattano al loro corso in modo fluido e organico. Abbracciare il Wu Wei significa imparare a navigare nelle sfide della vita con grazia e consapevolezza, permettendo agli eventi di svolgersi intorno a noi in modo fluido e regolare. Nella semplicità dell’essere, il taoismo ci insegna che la felicità non è una meta, ma una danza con le forze dell’universo: il Tao, il principio alla base di tutte le cose.
Buddismo
Nel Buddismo, la felicità è strettamente legata alla cessazione di ogni desiderio. Il fondamento del pensiero buddista sono le Quattro Nobili Verità, che identificano il desiderio come la radice di ogni sofferenza.
Analogamente al taoismo, il buddismo invita gli individui a rifiutare la ricerca incessante della felicità come mezzo per raggiungerla. L’Ottuplice Sentiero, una prima sintesi del percorso delle pratiche buddiste, funge da guida per la retta comprensione, l’intenzione, la parola, l’azione, i mezzi di sussistenza, lo sforzo, la consapevolezza e la concentrazione. Costruendo e coltivando queste condotte etiche, gli esseri umani possono intraprendere il viaggio di trasformazione necessario per la liberazione della mente e la scoperta della felicità.
Induismo
Nel mondo della filosofia induista, la Bhagavad Gita racconta la storia della felicità attraverso l’apprendimento e lo studio del dharma, o dovere virtuoso. La felicità non è una ricerca egoistica e individualistica, ma ciò che accade quando le proprie azioni sono allineate con la propria natura e il proprio scopo. (qui c’è l’intero libro, dategli un’occhiata se vi va)
La Gita è una scrittura induista di 700 versi, ambientata in una cornice narrativa di dialogo tra il principe Pandava Arjuna e la sua guida Krishna. Durante il suo viaggio, Arjuna è alle prese con vari dilemmi sul campo di battaglia e Lord Krishna condivide la sua saggezza e lo guida su come compiere il proprio dovere senza essere attaccato ai frutti del proprio lavoro. Il distacco è la soluzione, e attraverso gli insegnamenti di Krishna possiamo imparare che la vera felicità risiede nel perseguimento disinteressato del dovere e nel contribuire a un bene più grande, pur essendo consapevoli dell’interconnessione di tutti gli esseri.
Filosofia Yoruba
Nella filosofia Yoruba, il percorso verso la felicità è strettamente legato e intrecciato al concetto di “ase”, la forza dinamica che scorre attraverso tutte le cose. La felicità non è un impegno o un percorso individuale, ma deve essere considerata come una risonanza collettiva e cosmica. Abbracciare la propria interconnessione con l’ordine cosmico e allinearsi al ritmo del flusso dell’ase è fondamentale per la concezione yoruba di una vita appagante.
La felicità non va cercata in isolamento, ma in armonia con l’energia cosmica che ci connette tutti, è una celebrazione dello spirito comunitario e il riconoscimento che la vera felicità è nell’esperienza condivisa.
Filosofia Ubuntu
Ubuntu, espressione originaria delle lingue bantu dell’Africa meridionale, racchiude una filosofia profonda che trascende l’individualismo, sottolineando l’interconnessione dell’umanità. Ubuntu può essere tradotto come “Io sono perché noi siamo” ed è una sfida alla nozione occidentale di individualismo e di vita attraverso identità autonome. Ubuntu afferma che l’umanità è un collettivo legato al benessere degli altri e che il benessere di una persona è legato al benessere degli altri. È facile capire perché l’Ubuntu respinga l’idea di una ricerca solitaria della felicità e promuova la vita comunitaria e l’armonia come mezzo per raggiungere la realizzazione.
L’arcivescovo Desmond Tutu, un aperto sostenitore dell’Ubuntu, ha spesso affermato che “la mia umanità è legata alla vostra”. Se decidete di abbracciare l’Ubuntu, sarete incoraggiati a riconoscere l’umanità negli altri, generando empatia e spingendovi a cooperare. Questo va al di là dell’ambito familiare o comunitario: sarete incoraggiati a immaginare e concepire una comunità globale in cui il benessere di uno è il benessere di tutti.
La felicità non è una conquista solitaria, ma un’impresa collettiva.
La saggezza dei Lakota Sioux
Per la tribù dei nativi Lakota, la felicità si trova nella struttura della natura e nel regno spirituale. Il concetto di Wakan Tanka, il Grande Spirito che scorre attraverso tutti gli esseri viventi, è centrale nella filosofia Lakota. È importante riconoscere e onorare l’interconnessione di tutta la creazione, per i Lakota ogni passo è una preghiera e il sacro cerchio della vita è rispettato e riconosciuto con riverenza. Terra, cielo e tutti gli esseri sono fili interconnessi da accogliere nell’ambito del cerchio della vita.